LA MOSTRA
Cos’è
Ristorexpo?
Ristorexpo
Professionisti del fuori casa
- l’evento BtoB dove protagonisti sono gli operatori: oltre 200 aziende che presentano le novità e le tendenze per il fuori casa e 20.000 professionisti del settore Ho.Re.Ca in visita ogni anno;
- l’occasione per incontrare e confrontarsi con i più grandi maestri della cucina italiana: a partire da Massimo Bottura, Carlo Cracco, Davide Scabin, tutti gli chef più famosi hanno calcato le scene di Ristorexpo, dando prova del loro talento;
- una delle più qualificate occasioni di formazione per professionisti ma anche per i più giovani, con un programma eventi che prevede tra l’altro stage di cucina, storytelling, workshop e seminari di approfondimento;
- un laboratorio di idee dove confrontarsi, far nascere progetti, trovare sostegno concreto grazie anche alla presenza attiva delle più qualificate associazioni del settore;
- un esempio innovativo di marketing applicato che coinvolge l’intera area territoriale, offrendo concrete opportunità di promozione e sviluppo a tutti gli attori che vi operano.
Cosa trovi
Masterclass con i più grandi maestri della cucina italiana, workshop e seminari, prodotti e preparati alimentari per la ristorazione, arredi, attrezzature e molto altro ancora.
Dedicato a
Ristoranti, pizzerie, fast food e take away, catering, bar, pub, birrerie, gelaterie, pasticcerie, wine bar, strutture ricettive, distributori, grossisti, ecc.
La Mostra in sintesi
A Ristorexpo sono presenti ogni anno quasi 200 espositori
che rappresentano oltre 350 marchi tra i più rappresentativi per il settore. Non mancano le eccellenze agroalimentari, con le produzioni italiane di qualità, i semilavorati e i preparati per la ristorazione, la panificazione e la pasticceria. A completamento dell’area espositiva, una porzione della mostra è dedicata ai grandi vini italiani, con 150 cantine rappresentate e oltre 500 etichette. Ristorexpo è visitata ogni anno da 20.000 persone, di cui l’80% appartenente al settore della HO.RE.CA.
Gli eventi
Ristorexpo non è solo esposizione
ma trova la sua massima espressione negli eventi, destinati ai professionisti della ristorazione e orientati ad alimentare un costante confronto con le tendenze e le novità del settore. A Ristorexpo si esibiscono ogni anno i più grandi chef italiani e stranieri ed intervengono, in un dibattito ideale che non si estingue con la chiusura della manifestazione, gli opinion leader e i più qualificati pensatori del mondo della cucina e dell’enogastronomia.
I Temi
delle precedenti edizioni
L’ENOGASTRONOMIA NON SOSTENIBILE
Ristorexpo ha scelto di interrogarsi su questo tema lanciando una provocazione che possa animare il dibattito nel corso della prossima edizione: “L’enogastronomia non sostenibile”. Secondo molti, non c’è progresso né benessere senza tre sostenibilità: ambientale, sociale ed economica. Di conseguenza oggi tutto deve essere sostenibile per cui vi è il pericolo che ogni gesto umano lo debba essere. Calato nel mondo dell’enogastronomia, rischia di diventare esclusivamente un marchio ed una procedura amministrativa, trasformandosi talvolta e in ultima analisi in un orpello burocratico senza collegamento con il suo principale e originale significato. Infine si vorrebbe anche discutere se è vero che rispondere oggi a tutti gli adempimenti di natura amministrativa previsti per determinare la sostenibilità di un’azienda, soprattutto se di piccole dimensioni, possa risultare difficile se non impossibile; in altre parole “non sostenibile”.
L’ENOGASTRONOMIA DEL CONFORTO
Letta dal punto di vista degli operatori, l’enogastronomia del conforto è una prospettiva: significa mettere al primo posto conoscenze e competenze, far prevalere la tecnica sulla tecnologia, recuperare il valore dell’autenticità e della cucina cucinata. Significa tornare a domandarsi per chi si cucina e cosa, attraverso la cucina, si vuole trasmettere ai propri clienti, rivalutando ed esaltando il concetto di ospitalità.
In tutto ciò è riposto il significato dell’enogastronomia del conforto che vogliamo immaginare come una grande tavolozza dove ciascuno può trovare il proprio colore o la combinazione di colori che fanno stare bene.
RICOMINCIO DA ME. IL NUOVO UMANESIMO ENOGASTRONOMICO
“L’inusuale condizione di isolamento vissuta soprattutto durante il primo lockdown ha portato molti di noi ad una profonda riflessione individuale, alla ricerca di una chiave per interpretare la realtà circostante e costruire un progetto di ripartenza. Emerge così l’esigenza di porre al centro l’individuo e di recuperare quei valori universali quali la sostenibilità sociale e ambientale, la solidarietà e la sussidiarietà.
Questi valori, se condivisi, possono costituire le fondamenta di progetto collettivo che sia denominatore comune per ciascun ambito culturale, sociale ed economico. Da qui nasce il concetto dell’umanesimo nell’enogastronomia e in tutte le sue molteplici declinazioni nei campi, nei vigneti, negli allevamenti, nei boschi, nei laghi, in cucina e quindi in tavola.
LARDO AI GIOVANI
Il mondo dell’enogastronomia si trova di fronte ad una grande incognita riguardo al futuro: mentre la cucina diventa sempre più un’arte, i risultati importanti stentano ad arrivare.
Continua a delinearsi una non tendenza di pensiero nell’alta cucina che, di conseguenza, genera l’esigenza di reperire nuove idee.
La novità non esiste; si assiste ad un continuo remake di vecchi clichè proposti in modo diverso e composti tra loro. L’impressione è che la tecnica cuciniera sia altissima ma molto modesto sia il pensiero condiviso che sostiene l’intero mondo enogastronomico.
Questa lunga premessa per dire che la vera nouvelle vague può venire solo dai giovani a cui è fondamentale infondere nuovo coraggio e fornire gli strumenti culturali, tecnici e spirituali per affrontare questo storico passaggio.
Quindi lasciamo spazio alle nuove generazioni, lasciamo che siano loro a scegliere la strada da percorrere. Noi mettiamo a disposizione i nostri convincimenti e le poche certezze, senza le quali non è possibile proseguire. Da qui la concretezza e la brutalità del lardo, per indicare non solo il passato e la tradizione ma anche per sottolineare la sostanza e le basi solide su cui fondare la rinascita del pensiero enogastronomico.
E quindi, facendo tesoro delle parole di Chef Scabin, coniate in occasione di Ristorexpo a Genova: “Il futuro è ciò che ci siamo dimenticati”.
RIFONDAZIONE ENOGASTRONOMICA
Il tema scelto indica infatti un preciso intento di ripartenza nella definizione di nuove geometrie per il settore. La manifestazione, che non ha alcuna pretesa di essere il punto di arrivo e sintesi di questa ricostruzione, ne avverte comunque la necessità e convoca a sé i maestri del pensiero: professionisti, opinion leader, influencer che possano dare un contributo significativo alla definizione di un “manifesto virtuale”, indispensabile per tracciare le nuove tendenze del settore”.
ENOGASTRONOMIA ANCESTRALE
Insomma, la ristorazione del futuro può svilupparsi mettendo in primo piano le emozioni positive del passato che non sono solo quelle portate dal cibo ma anche quelle che vanno al di là della materialità. Che l’Enogastronomia Ancestrale possa far riflettere su quell’aspetto più istintivo e viscerale dell’arte culinaria, scoprendo origini celate e aprendo nuove strade di crescita, è il proposito di Ristorexpo.
ANARCHIA ENOGASTRONOMICA
Non esiste più un’esclusiva corrente di pensiero ma una serie di eccellenze che premiano le individualità. Questo fenomeno, tutt’altro che penalizzante, segna la nuova era del dopo Expo, caratterizzata dall’affermazione del libero pensiero e della genialità del singolo. Unico punto fermo è il principio del “buono”, che deve permeare le proposte dei singoli.
La libertà qui descritta, nulla però ha a che vedere con il caos e la confusione e nulla centra con l’organizzazione ed i principi militareschi che devono regnare in cucina. L’anarchia enogastronomica è un pensiero, un’evoluzione dello stesso ed un modus operandi sul quale Ristorexpo vuole dibattere.
RALLEGRARE IL PIANETA
A Ristorexpo, l’esperienza della tavola recupera il profondo significato dell’“hospitalitas”, ovvero il valore dell’ospitalità vissuta come legame sacro e inviolabile fra chi la concede e chi la riceve; la mera gratificazione sensoriale e il piacere fine a se stesso lasciano dunque il posto ad una dimensione più sociale e conviviale del desco, a cui è riconosciuto il potere di avvicinare i commensali e di trasformare il cibo per il corpo in nutrimento per lo spirito.
IN CIBO VERITAS
“In cibo veritas” è una vera e propria anteprima di Expo 2015, trattando gli stessi temi dell’esposizione universale, come la qualità e la sicurezza alimentare, l’alimentazione sana e corretta ed il cibo, diventato l’elemento centrale della cultura di un territorio.
BISTROMANIA? UN VIAGGIO PER L’EUROPA
Al contrario, il bistrot continua ad essere in gran voga, diffuso capillarmente ben al di fuori dei confini francesi. A Ristorexpo, la testimonianza di chef provenienti da più parti d’Europa hanno guidato il percorso sulla Bistromania: le diverse accezioni, i punti fermi caratterizzanti, il ruolo attuale e gli sviluppi futuri.
IL CIBO E LE PAROLE
Da argomento per gli addetti ai lavori, il cibo è ormai un tema sulla bocca di tutti. Chef spopolano in tv, schiere di blogger buongustai propongono ricette sul web, sempre più film e romanzi sono ambientati tra i fornelli, in un mix di ingredienti che soddisfa tutti i gusti.
Ristorexpo è il palcoscenico ideale dove raccontare il cibo. Il termine “raccontare” porta con sè una molteplicità di sfumature che vanno dall’atto divulgativo e promozionale a quello più esteso del comunicare, informare e formare. Raccontare il cibo significa trovare il linguaggio e le parole del cibo, sperimentare le forme e i canali di comunicazione che meglio si prestano per raggiungere il target di questo racconto. Raccontare il cibo significa entrare in un’altra dimensione del gusto, quella che oltre al palato solletica anche gli altri sensi.
IL CIBO E LA MENTE
Difficile che noi umani, sia per motivi animali che culturali, si possa avere con lui un rapporto soltanto funzionale al bisogno di sopravvivere. Troppe variabili intervengono nella scelta di un cibo e nel rapporto più o meno sano con lo stesso. E ciò perché, come ormai non solo la scienza ufficiale tende a sottolineare, i rapporti che ci relazionano al cibo attengono anche e soprattutto alla nostra mente e alla nostra parte interiore, che sono immensamente più complesse di quella biologica.
Il cibo insomma, intenso nella sua accezione più ampia e dunque anche il vino e le altre bevande alcoliche, è il nostro confronto quotidiano con noi stessi. Il nostro bisogno, talvolta un nostro piacere, qualche volta un mezzo facile e rischioso se non inteso in senso responsabile.